L’Unità d’Italia è stato un processo lungo e, in parte, violento, ma che ha saputo costruire con fatica una nazione e un sistema di riferimento per tutte le popolazioni che vivono nella nostra penisola. Purtroppo oggi è sempre più difficile guardare alle lotte di Garibaldi, alle volontà di Cavour, alle aspirazioni di Mazzini e Cattaneo, in maniera autentica, perché nel tempo gli anni del Risorgimento sono stati ricoverati nell’ambito della retorica patria.
Ma davvero l’Italia è stata fatta in poco più di un decennio a metà Ottocento? O invece il processo di unificazione è stato lungo e controverso?
E oggi, si pensa all’Italia con più immediatezza quando si vede la Ferrari che corre o quando si paga il bollo dell’auto? C’è più senso del Paese nella Gazzetta dello Sport o nel ricordo della partenza dei Mille? Io penso subito al mio Paese ricordando Crispi o facendo mangiare una bella pizza verace a un amico straniero?
È importante ricordare la storia e custodire la memoria del nostro processo di unificazione, ma è ancora più importante riconoscere che ci sono tante cose, oggetti, opere che hanno costruito, nel tempo, il riferimento simbolico e immaginario italiano. Accanto ai simboli istituzionali come la bandiera tricolore, l’Inno di Mameli e il Quirinale, l’Italia è cresciuta con tanti altri simboli che ne hanno determinato il carattere e la fisionomia, in Patria e all’Estero: cose che hanno prodotto le idee, i pregiudizi, i desideri, le inclinazioni e i gusti di un’intera società. E col passare degli anni alla breccia di Porta Pia si sono aggiunte molte cose che hanno fatto l’Italia: dalla Mole Antonelliana a Ladri di biciclette, dalla Cinquecento a Ossi di seppia di Montale, dal Gattopardo alla Olivetti Lettera 22. “Ogni generazione è circondata da un particolare paesaggio d’oggetti – ha scritto Remo Bodei – che definiscono un’epoca grazie alle patine, ai segni e all’aroma del tempo della loro nascita e delle loro modificazioni”. (Inventario Italiano).
Ai bambini di quinta, per i festeggiamenti di questi 150 anni di UNIFICAZIONE,ho proposto questo: icone italiane, il più possibile vicine a loro e, perchè non ammetterlo, a me! Scaricando immagini, ritagliandole, rimpicciolendole e poi ambientandole hanno creato e ambientato con ottimi risultati.
Chi è della mia generazione, ma non solo, non può non avere nella mente e soprattutto nel palato, la “NUTELLA” ; o ricordare con nostalgia i “ma cosa mi dici mai...” del caro “TOPOGIGIO”; sentire un pò di pena per il povero e nero “CALIMERO” dei CAROSELLI che ci mandavano a letto alle nove; o ricordare le scorribande adolescenziali sull’ amata “VESPA” per andare a mangiarsi una “PIZZA” o un “GELATO ARTIGIANALE ITALIANO”.
E come non ricordare le prime gite fuoribordo stipati dentro alla CINQUECENTO.
Per me che amo lo sport è imperdibile poi una domenica a guardare la gara dove sfreccia “VALENTINO” o la “FERRARI” o, tra urla e tachicardie, a seguire i mondiali dei nostri AZZURRI, di qualsiasi disciplina.
Per le appassionate di moda impossibile non sognare con borse, vestiti, profumi e accessori vari, marca GUCCI, ARMANI, VALENTINO, DOLCE E GABBANA e via dicendo.
E poi il designer con ALESSI, OLIVETTI, BIALETTI e ... chi più ne ha ... più ne metta.
Insomma ... icone italiane del passato e del presente, amate, nominate e conosciute da tutti e, soprattutto , IN TUTTO IL MONDO e che, per le nuove generazioni , sono un biglietto da visita della nostra NAZIONE!
WWW L’ ITALIA E AUGURI A TUTTI GLI ITALIANI.
Anna Maria Piccardo
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